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Mad 164 è stata invitata a sedersi in prima fila per assistere alle collezioni moda presentate durante la nuova e attesissima edizione di AltaRoma…

Il 26 gennaio si sono spalancate le porte di una delle kermesse fashion più attese della capitale: AltaRoma (in programma fino domenica 29). Nell’originale cornice delle ex caserme del Guido Reni District, di fronte al Maxxi, hanno avuto inizio le sfilate che decreteranno i nuovi trend delle prossime stagioni. Noi di Mad 164 siamo andati a curiosare per carpire le tendenze che detteranno legge anche fuori dalle passerelle. A colpire la nostra attenzione, in particolare, due brand già molto noti dell’alta moda, entrambi protagonisti delle scorse edizioni di “Who Is On Next?”: Greta Boldini e Marianna Cimini.

Ad “aprire le danze”, Greta Boldini, marchio di alta sartoria che nasce proprio nella Capitale, nel 2011, dalla sinergia di due giovani designer: Alexander Flagella e Michela Musco. Un progetto che prende vita dal desiderio di proporre un look senza tempo. Fedele al mood dei suoi fondatori, il brand ha emozionato i presenti con la nuova collezione caratterizzata da gonne plissettate ed abiti studiati ‘ad hoc’ per sfiorare dolcemente le caviglie femminili, in un dialogo nostalgico tra l’abito e la donna che lo indossa e che veste una sensualità raffinata e mai volgare. “Must have” assoluto della collezione, la rivisitazione della giacca Barbour sapientemente trasformato in una funzione sartoriale ma che non cede il passo senza prima considerare se stesso e le sue funzioni originarie. Per quanto riguarda i tessuti, troviamo viscose/sete che osservano i tulle ricamati e le crepe de chine di seta pura, e ancora… pizzo e chiffon che concludono il cammino con l’incontro delle organze jacquard fil coupè. Da evidenziare, il ricamo sperimentale che in questa collezione è affidato alla bellezza di vetri neri e cristalli trasparenti facendo immediatamente tornare alla memoria i lampadari anni’40 che animavano le abitazioni dell’alta borghesia del tempo. Accettazione, perdono, redenzione. Sono queste le tre parole chiave intorno alle quali si staglia la scenografia della collezione e che porta in scena una donna che, come una falena, sembra non aver paura di buttarsi nel fuoco della vita, energica e determinata a conquistare il mondo attraverso la sua bellezza emozionale.

Subito dopo, ecco sfilare le nuove proposte della fashion designer Marianna Cimini, nata a Milano ma cresciuta in Costiera Amalfitana. La talentuosa creativa, per la sua linea, ha voluto trarre ispirazione dal bambù, pianta apparentemente esile e delicata nell’aspetto ma che può raggiungere altezze notevoli ed è capace di affrontare ogni tempesta, piegandosi senza mai spezzarsi. E proprio come la pianta, la donna di Marianna Cimini fa della propria fragilità una forza. Sempre seguendo una sorta di “teoria del bambù”, i colori della collezione si modulano continuamente, senza sosta, e il negativo diventa positivo: il rosso bordeaux scurisce o si illumina nei cotoni e nei velluti come se fosse attraversato dalla vitalità della terra da cui i fusti della pianta si spingono verso l’alto sfidando le altezze. Tra i tessuti più usati, il velluto e il nylon, declinati in abiti e capispalla meravigliosi nella loro disarmante semplicità, che cadono eleganti e regali. L’austerità e l’essenzialità delle forme è, invece, sapientemente addolcita da nastri e fiocchi mentre le nervature lungo i flessuosi fusti del bambù sono disegnate dai dettagli delle vezzose rouches e dalle impunture. Una collezione “ad hoc” per una “donna guerriero” che si impone, sì, ma con garbo, senza eccessi, con discrezione, tenacia ma, soprattutto, libera di svettare senza cedere, mai, come un bambù.